Partinico, il “no” alla delocalizzazione della distilleria diventa “nì”: fronda nel M5s

Diatribe interne al movimento 5 stelle a Partinico

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La consigliera comunale annuncia la sua astensione, gli attivisti presenti in aula in blocco vanno via stizziti sbattendo la porta. Diventa ufficiale la fronda all’interno del Movimento 5 Stelle di Partinico, attraversato dall’ennesima tormentata spaccatura. Il caso è esploso in tutta la sua evidenza durante il consiglio comunale di ieri sera quando l’unica consigliera che rappresenta i grillini, Giusi Di Capo, preannuncia la sua astensione al voto per la seconda variante al piano regolatore che va a chiudere il cerchio in via definitiva all’iter di delocalizzazione della distilleria Bertolino.

Seduti dalla parte del pubblico il gruppo di attivisti borbotta e va via, sbattendo la porta dell’aula consiliare. La loro posizione era stata chiara anche durante le riunioni interne al gruppo che si erano tenute giorni prima: la base aveva chiesto un netto “no”, la Di Capo però ha continuato a rimanere ferma nelle sue posizioni. Lei però nega che ci sarebbe stato un confronto interno: “Non c’è stata nessuna riunione del Meet up di Partinico che abbia avuto come ordine del giorno la questione della Bertolino e della Variante Urbanistica che ha investito il Consiglio Comunale di ieri, così come dichiarato da Parra e Di Gregorio. Tuttavia la mia non è una posizione personale ma rappresenta la sintesi del confronto avuto con i tanti simpatizzanti del Movimento, con i deputati regionali che hanno condiviso la posizione espressa e con i tanti cittadini che mi onoro di rappresentare. Io non sono la Portavoce di gente che recita a soggetto ma la Portavoce del Movimento 5 Stelle e dei cittadini che rappresento”.

La stessa Di Capo alla vigilia del voto aveva anche pubblicato un comunicato stampa in cui spiegava le sue ragioni:

“L’iter per la delocalizzazione della Bertolino – ha scritto – è stato  tanto desiderato da tutti noi partinicesi. Votare sì significherebbe trasformare l’area sulla quale insiste a tutt’oggi la distilleria in area edificabile. Ciò comporterebbe un assorbimento totale della cubatura concessa dal Comune a discapito di privati cittadini. Significherebbe concedere il trasferimento in un’altra area di Partinico, nello specifico in contrada Sant’ Anna, a discapito di un’area vocata all’agricoltura biologica e al turismo. Viceversa votare ‘no’ comporterebbe il permanere della distilleria all’interno del centro, con le conseguenze che noi tutti conosciamo. La trattativa condotta dalla vecchia amministrazione comunale non ci ha visti protagonisti e non la riteniamo equa e rispettosa. Per tale ragione mi asterrò dalla votazione”.

Posizione che in realtà è in contrasto con le esternazioni sempre fatte dal movimento locale che è stato per un “no”, senza se e senza ma, per quella che è sempre stata considerata una “finta delocalizzazione” e per i dubbi sulla possibile nascita di un inceneritore di rifiuti nella nuova area destinata all’industria insalubre di prima classe. Dubbi oltretutto ribaditi con un polemico post da uno degli attivisti più in vista del M5S partinicese, Francesco Parra, che ha sostenuto di essersi sentito rappresentato solo dal consigliere Emiliano Puleo, unico ad aver votato contro alla variante:

“Ha rappresentato perfettamente la lotta contro questa finta delocalizzazione – scrive -. Nella passata legislatura non c’era il MoVimento 5 Stelle in Consiglio Comunale. E non c’è nemmeno oggi! Il MoVimento 5 Stelle, quello vero, avrebbe urlato un no invece di astenersi!”.

A gettare acqua sul fuoco un altro attivista, Francesco Di Gregorio: “Non c’è alcun problema interno al nostro movimento – sostiene -, noi non comandiamo le persone. La consigliera si assume la responsabilità delle sue azioni. Avevamo detto alla Di Capo che sarebbe stato il caso di votare contro, lei invece ci ha spiegato di non essere d’accordo. Comunque non ha votato sì, quello sarebbe stato grave”.

Questo scollamento tra l’unica eletta all’assise dei pentastellati e buona parte degli attivisti è da tempo che si respira anche se sino ad oggi tutto è rimasto nelle “segrete stanze” del meetup locale. Ora però il caso si è ufficialmente aperto.

FONTE: LIVESICILIA.IT

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